Bernate Ticino, comune attraversato dal Naviglio Grande e accarezzato dal Ticino, è situato nell’area a ovest di Milano da cui dista circa 30 chilometri.
Grazie a dei recenti scavi è stato possibile ricostruire l’origine della sua storia: sono state rinvenute tombe di epoca celtica risalenti al III e II secolo a.C. Nel medioevo Bernate Ticino faceva parte del territorio della provincia di Pavia e così fu fino all’arrivo del dominio austriaco sotto cui il comune faceva parte della Pieve di Corbetta nel territorio del Ducato di Milano.
Nell’XI secolo era chiamato Brinate e di questo abbiamo una testimonianza da un documento del 1045 con cui Enrico III passa ai monaci di San Dionigi di Milano la badia con la chiesa di Santa Maria in Solarolo ed alcuni terreni.
La nobile famiglia milanese dei Crivelli ebbe una notevole influenza su questi territori. Essi erano proprietari di alcune aree di Magenta e di Bernate Ticino ed anche di Galliate e Romentino. Uberto Crivelli nel 1185 diventò papa Urbano III e, l’anno successivo, venne fondata la canonica presso la chiesa di San Giorgio grazie a delle assegnazioni di beni volute dal pontefice. Sotto Napoleone Bernate Ticino venne aggregato a Boffalora per poi tornare indipendente sotto di austriaci.
La chiesa di San Giorgio situata in via Vittorio Emanuele è frutto di numerosi restauri che hanno inglobato i resti dell’edificio più antico preesistente. Osservando la facciata notiamo subito lo snello campanile ornato da bifore e piccoli archi. All’interno è molto bella la cripta risalente al ‘200 dove sono visibili le rifiniture originali della chiesa antica. Inoltre qui possiamo vedere un antico bassorilievo in marmo con la Madonna, San Giorgio e San Giacomo.
Accanto alla chiesa si erge Palazzo Visconti detto Castello per la sua somiglianza al Castello di Cusago situato a poca distanza. Di epoca quattrocentesca possiede dei soffitti a cassettoni meravigliosi. E meravigliose sono anche le finestre ad arco rivestite in cotto visibili dall’esterno. Secondo alcuni documenti in passato l’edificio venne usato come sede canonica affidata ai religiosi.
