Borghetto sul Mincio: l’Italia, si sa, è un paese unico. Non lo dico solo per le mie origini: dati e studi confermano che il Belpaese racchiude nei suoi confini un inestimabile patrimonio artistico culturale. Un patrimonio che rivive anche nelle sue parti più piccole, ovvero i borghi. Nel nostro paese ne sono presenti a migliaia: alcuni di questi, per la precisione 308, sono stati inseriti nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”.
La raccolta viene redatta ogni anno dall’omonima associazione che si pone l’obbiettivo di salvaguardare queste piccole perle sparse in tutte le regioni. Grazie alla sua attività incessante negli ultimi anni il turismo verso queste mete fuori dai classici itinerari turistici è aumentato a dismisura. Tra queste ce n’è una dal fascino unico: un piccolo borgo che si rispecchia nell’acqua. Mai sentito parlare di Borghetto sul Mincio?
A pochi passi dalla fatal Verona
Borghetto sul Mincio sorge ad una trentina di chilometri da Verona, laddove la città lascia spazio alla campagna. Se volessimo essere precisi il nome corretto della località sarebbe semplicemente Borghetto, frazione di Valeggio sul Mincio. Al cospetto della sua bellezza però i tecnicismi sulla toponomastica sono poco importanti.
Ciò che attrae il visitatore è proprio quel fascino che lo ha reso uno dei borghi più belli d’Italia. Il piccolo borgo è una pennellata ancora vivida di un mondo antico, dove la storia di antichi cavalieri medievali si intreccia con l’operosità di mugnai instancabili.

Borghetto sul Mincio ha origini antichissime. Le tracce del primo insediamento riportano le lancette all’epoca longobarda. I segni di quel periodo sono ancora ben visibili osservando la Curtis Regia eretta intorno al settimo secolo dopo Cristo. Da questa fortificazione i longobardi controllavano il fiume Mincio, e proprio in questa struttura venivano riscosse le tasse per il pedaggio sul corso d’acqua.
Al termine del periodo longobardo, Borghetto sul Mincio inizia a far gola a tantissime casate medioevali. Dapprima i Gonzaga, poi la Serenissima di Venezia, i Visconti ed infine gli eserciti austriaci e francesi. Tutte queste attenzioni erano ovviamente dovute alla sua posizione strategica per il controllo dell’area veneta.
Anche i lasciti medioevali sono ancora ben presenti nel piccolo paesino. Tra questi non passano inosservati il Ponte Visconteo e il castello Scaligero. Il primo nacque nel XVI secolo dall’ingegno di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano: era una diga fortificata utile a controllare i confini del suo ducato.
Il castello Scaligero, con le sue trame di corte, fu invece il centro della vita di Borghetto sul Mincio tra il X e il XV secolo. Da lassù era possibile tener sott’occhio l’intera Valle del Mincio. Oggi è visibile solo una piccola porzione rappresentata dalla Torre Tonda e da uno dei ponti levatoi superstiti. Il resto purtroppo è andato distrutto nel corso dei secoli.
Un borgo per una fuga romantica tra i mulini
Al termine della dominazione veneziana Borghetto sul Mincio perse le sue funzioni militari, lasciando spazio all’agricoltura. I mulini iniziarono a spuntare come funghi e diventarono i protagonisti del panorama del piccolo borgo. Effettivamente i mulini costituirono il fulcro della vita di Borghetto sul Mincio in questa nuova fase: tutti gli abitanti si guadagnavano da vivere attraverso la coltivazione e trasformazione del grano.
Oggi le pale dei mulini hanno smesso di girare per trasformarsi in deliziosi bed and breakfast e negozi artigianali. Le poche case rimaste si specchiano ancora nel fiume continuando ad offrire scorci suggestivi. Insomma, l’atmosferica magica che aleggia intorno a Borghetto sul Mincio sembra essere rimasta intatta nonostante lo scorrere del tempo. Qui, natura e relax diventano gli ingredienti perfetti per una fuga romantica.
Borghetto sul Mincio è una meta imperdibile per tutti quei turisti che visitano per la prima volta le zone intorno al Lago di Garda. Rimanendo in tema di romanticismo, per godere appieno il fascino del borgo senza tempo il consiglio è quello di fare verso sera una passeggiata lungo il fiume fino a raggiungere il ponte di legno.
Spegnete i cellulari e qualunque altro elemento di disturbo per lasciarvi conquistare dal rosso del tramonto che scenderà fino alla valle per infine mischiarsi con le acque del fiume: una vista indimenticabile da condividere in silenzio lasciando parlare solo la bellezza del luogo. Lasciatevi rapire dalla magia di un luogo unico dove un sottofondo costante di gorgoglii d’acqua vi farà compagnia e soprattutto vi farà dimenticare lo stress della vita quotidiana.
