Le Grotte di Frasassi sono una bellezza naturale marchigiana. Si tratta di grotte carsiche sotterranee ospitate nel comune di Genga, in provincia di Ancona.
L’insieme delle grotte fa parte del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi: il complesso è formato da una serie di grotte di cui la prima, visitabile dall’attuale ingresso, è l’Abisso Ancona; un’enorme cavità talmente ampia, oltre 2 milioni di m3 di volume, che al suo interno potrebbe essere contenuto senza problemi il Duomo di Milano.
Dal 1972 è sotto la tutela del Consorzio Frasassi, costituito con l’obiettivo di salvaguardarne e valorizzarne la fruibilità scientifica e turistica. Dal 1974 parte delle grotte è aperta al pubblico, diventando una delle maggiori attrazioni turistiche delle Marche: infatti, si è stimato che da allora oltre 12 milioni di persone le abbiano visitate.
Oggi Le Grotte di Frasassi sono visitabili, grazie da un percorso adatto a tutti, bambini compresi. La passeggiata classica nelle grotte dura circa un’ora ed è accessibile a tutti, con una temperatura di 14 gradi costanti tutto l’anno e alcune pendenze e scalini: permette di vedere da vicino formazioni calcaree dalle forme più strane, da quelle che sembrano cascate cristallizzate ad altri che paiono assomigliare a laghi di cristallo o a castelli delle fate.
Le Grotte di Frasassi, entriamo nell’abisso
Oltre all’Abisso Ancona, sono note la “Sala 200″, così chiamata perché è un corridoio di 200 metri, la “Sala delle Candeline”, che deve il nome a tante stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni circondate da un anello di roccia che ricordano delle candeline su un piattino, la “Sala Bianca” il cui colore è dovuto a numerosi strati di calcite pura, la “Sala dell’Orsa” per la presenza di un masso che, grazie all’erosione millenaria dell’acqua ha assunto, in maniera completamente casuale, la vaga forma di un’orsa, la “Sala dei Pagliai” e la “Sala dell’Infinito”, così denominata perché ha una forma irregolarmente circolare e durante le prime esplorazioni gli speleologi vi persero l’orientamento e si ritrovarono a girare intorno alla sala diverse volte prima di trovare un’uscita, come in un percorso infinito.
