Le coste italiane attraggono turisti da ogni parte dell’emisfero. Il motivo? Ce ne sono indubbiamente tanti, ma gli scenari mozzafiato che caratterizzano alcune zone spesso giocano il ruolo di protagonisti.
Scendendo lungo la costa adriatica si arriva allo zoccolo d’Italia, la Puglia. Ai piedi della zona garganica, per la precisione al centro della provincia di BAT, che non è un supereroe, ma l’unione dei territori intorno a Barletta e Trani, spunta la salina più grande d’Europa, quella di Margherita di Savoia.
Cristalli di sale millenari
La riserva naturale della Salina di Margherita di Savoia ha origini antichissime e fin dalle origini della sua storia ha sempre fornito il sale al territorio circostante e non solo. Della sua importanza ne parla addirittura Plinio il Vecchio in alcuni suoi scritti.
A partire dall’antica Roma qui veniva raccolto il sale che si formava naturalmente, senza alcun intervento umano. Durante l’alta marea l’acqua si spingeva verso l’entroterra raggiungendo quello che veniva chiamato lago Salpi. Qui l’acqua marina inondava le zone basse ed evaporando lasciava i depositi di sale che veniva poi raccolto dai romani.
Dopo essere passata nelle mani dei Templari di Barletta nel XII secolo, la piaga della malaria portò allo spopolamento dell’area. Solamente molti secoli dopo, nel 1600 con le bonifiche avvenute per mano di Carlo III di Borbone, le saline tornarono attive, divenendo entro la prima metà del 1700 uno dei più grossi concentramenti di manodopera salariata del sud. Il popolo era alle dipendenze del Regno delle Due Sicilie, che provvedeva ai loro bisogni, mentre era prodotto sale per tutto il dominio.
Dopo la nascita del Regno d’Italia, per la precisione del 1897, la salina assunse il nome di Margherita di Savoia, in onore alla regina consorte di Umberto I. Attualmente l’area si estende per circa 20 km e comprende circa 4.500 ettari, di cui 4.000 completamente sommersi dall’acqua. Ogni anno alla Salina di Margherita si producono in media sei milioni di quintali l’anno di sale finissimo di qualità eccezionale. L’associazione ecologista “Greenpeace” lo ha riconosciuto come uno dei più puri al mondo.
Tramonti infuocati di rosa
Il momento migliore per percorrere la statale costiera che porta verso Margherita di Savoia è all’imbrunire. Il rosso del sole che lancia gli ultimi raggi della giornata si unisce all’azzurro dell’acqua. I cristalli di sale, in una posizione intermedia tra cielo ed acqua, funzionano come una linea di confine dove i riflessi “esplodono” generando un orizzonte rosa. Uno spettacolo dalla bellezza indescrivibile, al quale bisogna assistere almeno una volta nella vita. Se poi si è fortunati, a completare il quadro, possono anche arrivare i profili dei fenicotteri rosa che nella salina vivono in pianta stabile e costituiscono una delle colonie più numerose presenti nel mondo.
Ti svelo una piccola curiosità: sai perché i fenicotteri sono rosa? Si nutrono di molluschi, insetti acquatici e piccoli crostacei. Tra questi ultimi il piccolo gamberetto rosa Artemia salina è ricco di carotenoidi, ovvero sostanze organiche che contengono i pigmenti che conferiscono alle penne il caratteristico colore.
Per osservarli da vicino bisogna percorre la zona evaporante, ovvero quella dove gli specchi d’acqua vengono lasciati evaporare per ricavare il sale. È un luogo ideale per il bird watching: qui avrai la possibilità di osservare i fenicotteri, ma anche tantissime altre specie di uccelli, come ad esempio la pernice di mare.
La zona evaporante costituisce in pratica i ¾ della salina, mentre il restante è dedicato alla zona salante. Qui viene ammucchiato il sale prima di essere confezionate e distribuito sul mercato. La raccolta avviene da settembre a dicembre, perciò per vedere le suggestive colline di sale conviene visitare la riserva all’inizio dell’autunno.
Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano impero, ereditò la Puglia dalla madre Costanza di Altavilla. Quando posò i piedi per la prima volta sulle terre del Tavoliere scrisse: «Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui». E come dargli torto.
