Ne avrete sentito parlare o avete visto uno degli esemplari in un museo. “Merda d’artista. Contenuto netto gr.30. Conservata al naturale. Prodotta e inscatolata nel maggio 1961.”
E’ questa la scritta che accompagna l’opera più famosa di Piero Manzoni da cui è facile desumere il contenuto: si tratta di una scotola di latta con un contenuto davvero bizzarro. L’artista, nato a Soncino, in provincia di Cremona nel 1933, ne produsse 90 esemplari numerati e firmati: un metodo, usato solitamente dagli artisti seriali, per tutelare le proprie opere dai falsi.
Alcune di queste opere sono esposte nei più prestigiosi musei pubblici di arte moderna e contemporanea del mondo: l’esemplare numero 4 è esposto alla Tate Modern di Londra e la numero 80 è esposta nel nuovo Museo del Novecento di Milano. Molte altre sono nelle case di facoltosi collezionisti privati. Perché quest’opera così provocatoria? Più che nel “contenuto” è il concetto stesso alla base delle scatolette ad essere irriverente e, per l’epoca, davvero rivoluzionario. Nel pieno del boom economico, Manzoni, predisse infatti che la gente avrebbe comprato oggetti assolutamente inutili (e bizzarri) a prezzi folli., scommettendo che avrebbero pagato i suoi escrementi come l’oro.
Piero Manzoni e la sua m…
L’artista morì poco dopo, nel 1963, ma mai avrebbe pensato che potesse arrivare a valere molto più dell’oro! Qualche anno fa, la casa d’aste Sotheby’s ha battuto all’asta uno degli esemplari inscatolati per un valore capogiro: 275mila euro.
La sua carriera è brevissima e fulminante: debutta nel 1956 alla “IV Fiera mercato” del castello Sforzesco di Soncino. L’anno successivo partecipa alla mostra “Arte Nucleare”, presso la galleria San Fedele di Milano. Nel 1958 espone insieme a Lucio Fontana e ad Enrico Baj.
Lo stile di Manzoni diviene sempre più radicale. Supera la superficie del quadro e propone una serie di opere provocatorie, insofferenti nei confronti della tradizione: i Corpi d’aria e il Fiato d’artista (palloncini contenenti il fiato di Manzoni); le Uova scultura, autenticate dalle impronte digitali dell’artista; le Basi magiche, piedistalli sui quali chiunque può diventare un’opera d’arte.
