Eccoci a Sperlinga, borgo rupestre della provincia di Enna situato tra i monti Nebrodi e le Madonie. Ci troviamo in un luogo antichissimo che affonda le sue radici nella preistoria.
La conformazione del territorio ha permesso all’uomo di insediarsi e di ricavare, scavando nella roccia di arenaria, un luogo ospitale dove vivere. Sperlinga deriva dal greco “spelonca” ossia grotta.
A partire da XII secolo a.C. venne avviata la creazione di una dimora regale scavata in una colossale roccia che, nel corso dei secoli, venne perfezionata e completata diventando un castello.
Fra le sue mura si stabilirono i feudatari che si avvicendarono nel corso del tempo. Nel 1282, durante i Vespri Siciliani, si asserragliò al suo interno la guarnigione francese di angioini che resistette all’assedio dei ribelli siciliani per più di un anno. In memoria di questo evento, nel tardo Cinquecento, venne incisa sull’arco del vestibolo del castello la dicitura QUOD SICULIS PLACUIT SOLA SPERLINGA NEGAVIT (la sola Sperlinga negò ciò che piacque ai siciliani).
Nel 1597 il re Filippo II concesse a Giovanni Natoli il titolo di Principe di Sperlinga, dandogli la facoltà di ingrandire il borgo feudale. Ed il principe, fra le altre cose, fece costruire la chiesa di San Giovanni Battista al di fuori delle mura. Suo figlio Francesco Natoli Maniaci, nel 1658, vendette tutto agli Oneto mantenendo però il titolo nobiliare di Principe di Sperlinga.
Nel 1973, dopo un passaggio in enfiteusi al barone Nunzio Nicosia, il castello venne acquistato dal comune di Sperlinga. Al suo interno le parti scavate nella roccia denotano l’antichità della struttura. Qui c’erano le scuderie, l’officina per i metalli, le carceri, i magazzini per le derrate e i serbatoi d’acqua.

Sperlinga e le sue grotte
Suscita una certa curiosità l’ambiente circolare con le nicchie intervallate da spazi crescenti poste nelle pareti. Qualcuno pensa possa trattarsi di un arcaico orologio con cui veniva misurato il tempo, qualcun altro lo individua come un luogo di culto.
Caratteristica del borgo sono le grotte artificiali create dall’uomo ancora prima dell’inizio della civiltà. Oggi sono diventate piccole abitazioni alcune delle quali sono visitabili: il comune infatti ne possiede cinque e al suo interno ha ricreato gli ambienti delle case contadine.
In memoria dell’antico artigianato locale sono stati posti dei telai di legno con cui si producevano le frazzate, dei tappeti dai colori accesi dove oltre ai fili di stoffa le donne intrecciavano ed intrecciano ancora la storia, la tradizione e la cultura di questo luogo.
